
Un passo avanti cruciale nella lotta contro i superbatteri. Un team di ricercatori internazionali, guidato dagli scienziati dell’Institute for Infectious Disease Research – David Braley Centre for Antibiotic Discovery dell’Università McMaster (Canada) e del Wyss Institute for Biologically Inspired Engineering dell’Università di Harvard (Stati Uniti), ha scoperto un nuovo antibiotico: l’abaucina.
La novità? L’antibiotico è stato individuato grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale (IA) e del processo di apprendimento automatico (deep learning).
Acinetobacter baumannii, un superbatterio considerato una “minaccia critica” alla salute pubblica dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è stato il bersaglio. Questo batterio, resistente a molti antibiotici, è diffuso in particolare negli ambienti ospedalieri e nelle case di cura, rendendo la sua gestione un problema di salute mondiale.
La resistenza agli antibiotici sta crescendo e si stima che entro il 2050 provocherà oltre 10 milioni di morti all’anno. In questo scenario, la scoperta di nuovi antibiotici diventa una necessità urgente. Ma è un lavoro complesso e lungo, che può richiedere decenni. E qui entra in gioco l’IA.
Grazie all’IA, gli scienziati sono stati in grado di esaminare un enorme numero di composti farmaceutici e naturali. L’IA è stata addestrata a riconoscere le strutture chimiche che possono essere efficaci contro Acinetobacter baumannii. Dopo l’analisi di oltre 6800 molecole con efficacia sconosciuta contro il batterio, l’IA ha identificato 240 molecole potenzialmente efficaci. Da questo gruppo è stata scelta l’abaucina.
L’abaucina è un composto antibatterico con un’attività specifica contro Acinetobacter baumannii. Test in laboratorio hanno dimostrato la sua efficacia, anche se ci vorranno anni prima che possa essere commercializzato.
Tuttavia, la scoperta dell’abaucina evidenzia le straordinarie potenzialità dell’intelligenza artificiale nella ricerca medica. Potrebbe portare a una maggiore efficienza nella scoperta di nuovi farmaci, rivoluzionando il modo in cui affrontiamo la resistenza agli antibiotici.